Serra fredda per cactus in inverno
Arieggiamento: la circolazione dell’aria all’interno delle strutture e dei locali di protezione è fondamentale per abbattere l’umidità (vedi) che viene creata dalle piante stesse che, seppur poco, continuano a traspirare. Naturalmente, dato che l’aria esterna è fredda o gelida d’inverno (vedi), l’arieggiamento va effettuato solo nelle giornate più tiepide e soleggiate, nelle ore centrali del giorno. È sufficiente aprire le cerniere dei teli protettivi o le porte e finestre per una-due ore tra le 12 e le 14, richiudendo poi tutto subito dopo.
Freddo: non esiste una temperatura standard sotto la quale tutte le piante vanno protette, bensì diversi scalini termici che riguardano ciascuno una tipologia di piante. Quelle tropicali soffrono già intorno ai 12-13 °C; molte succulente fra 8-10 °C; i cactus a 5 °C. Piuttosto, l’arrivo vero del freddo nocivo ai vegetali si verifica non attraverso una singola notte sotto le temperature indicate, ma con almeno tre notti consecutive. Di giorno invece la temperatura di solito risale e non desta problemi. Quando poi le piante vengono protette, non è più possibile rimetterle all’aperto fino al marzo-aprile successivo. Serra da balcone o da giardino, appesa.
Inverno: per brevità si dice in genere di “proteggere le piante in inverno”. In realtà il periodo durante il quale serve un riparo varia dalla metà di ottobre sulle Alpi e l’alto Appennino, passando per l’inizio di novembre in Val Padana, la metà di novembre sulle coste adriatiche e l’Appennino centrale, e l’inizio di dicembre nelle zone più fredde (quelle montuose) del Meridione. Analogamente, l’inverno non termina il 20 marzo per le piante: il ritorno all’aperto è un passaggio ancora più delicato, perché le piante sono abituate a temperature costanti e non troppo basse. È necessario attendere quindi che le minime si stabilizzino almeno intorno ai 13-15 °C: inizio marzo nel Sud più freddo, fine marzo per l’alto Adriatico e l’Italia centrale, prima decade di aprile in Pianura Padana, ultima decade in montagna. Serra a chiosco da giardino.
Locali di protezione: escludiamo subito l’appartamento riscaldato, che è tollerabile solo da parte delle piante succulente, che però così non si riposano e, l’estate prossima, non fioriscono. I luoghi ideali sono: una cantina o una soffitta luminose ma chiuse, senza spifferi, oppure una stanza interna alla casa ma senza riscaldamento, o anche un pianerottolo ben illuminato ma lontano dall’ingresso. In tutti i casi ci deve essere luce in abbondanza e una temperatura compresa fra 13 e 5 °C.
Plastica: materiale trasparente passe-par-tout che serve come copertura per serre da terrazzo e tunnel (PE, plastica morbida), per serre da giardino (PP, plastica rigida) e per coprire singole piante all’occorrenza (ancora PE, oppure plastica a bolle). Al momento dell’acquisto della struttura, informatevi sulla possibilità di acquistare teli o lastre di ricambio. Il pluriball viene utile anche per foderare i pianali delle serre, isolando maggiormente i vasi dall’aria fredda, e anche come intercapedine fra il pavimento e i contenitori che devono rimanere all’aperto per ridurre il rischio che il fondo del vaso ghiacci. Tutti i teli morbidi e le lastre rigide a fine stagione (in primavera) vanno lavati accuratamente con acqua addizionata di un 10% di candeggina delicata (quella per il bucato) in modo da disinfettarli bene.
Serra: è una struttura metallica ricoperta da un telo di plastica, da lastre in plastica o da vetrate. Può essere parzialmente in muratura (orangerie, vedi) o comunque murata e ancorata saldamente al terreno (giardino d’inverno, vedi), risultando di medio-grandi dimensioni, con pianali e mensole, ideale per ospitare molte piante, anche tropicali se viene corredata di riscaldamento (vedi), per accogliere le semine anticipate, e per svolgere anche la funzione di angolo relax (c’è anche chi ci installa la mini-piscina o la spa da interni…). Più comunemente si tratta di strutture medio-piccole o piccolissime, senza base in muratura ma semplicemente infisse nella terra con i piedi ai quattro angoli e ancorate da picchetti, o addirittura solo posate al suolo. Esistono anche modelli addossati, da appoggiare al muro dell’edificio, sia al piano terra sia in terrazzo, fissando la struttura alla parete mediante ganci. Le versioni da balcone sono autoportanti, a due, tre o quattro ripiani, economiche, facilissime da montare e poi da smontare a fine stagione; siate delicati nel maneggiare la lampo di apertura, per non staccarla dalla plastica: nel caso, pinzate la cimosa della lampo al telo con i punti metallici.
Tessuto non tessuto: l’altro caposaldo insieme alla plastica per la protezione delle piante, perché è modellabile, raddoppiabile all’infinito e al tempo stesso traspirante e, in una certa misura, lascia passare la luce. Ne esistono in diverse grammature (le più pesanti evitano di doverlo raddoppiare) e formati (telo rettangolare o quadrato più o meno grande, tubolare, a sacco, tutti in varie misure), e si tagliano con una normale forbice da casa. Utili per avvolgere le piante che restano in esterni, ma anche per dare una protezione supplementare in caso di gelo a quelle protette in serra, stendendovelo sopra. A fine stagione vanno sempre lavati con cura, anche in lavatrice a 30 °C.
Umidità: i vetri o la plastica di copertura trattengono il vapore traspirato dal fogliame trasformandolo in condensa a causa della differenza di temperatura fra interno ed esterno. La condensa, nelle giornate soleggiate, gocciola sulle piante e innalza l’umidità dell’aria, favorendo così lo sviluppo delle malattie fungine. L’unico rimedio per abbassare l’inevitabile umidità consiste nell’arieggiamento frequente della serra o tunnel, soprattutto nelle giornate più miti.
Zone d’Italia: quelle più gelide sono le Alpi e l’Appennino settentrionale sopra i 600 m di quota. Segue la Val Padana, poi le Prealpi e l’alto Adriatico. Quindi l’Appennino centrale sopra gli 800 m e quello meridionale sopra i 1.000 m slm. Infine il medio e basso Adriatico e l’Etna. Queste sono le aree dove servono serre, tunnel e verande. Nel resto del Paese è bene tenere a portata di mano i teli di plastica pesante e di tessuto non tessuto, da avvolgere sugli esemplari delicati all’occorrenza, seguendo le previsioni meteo giornaliere.